Il Marranzano in Siciliano o scacciapensieri in Italiano, è uno strumento musicale idiofono costruito da una struttura di metallo ripiegata su sé stessa a forma di ferro di cavallo in modo da creare uno spazio libero in mezzo al quale si trova una sottile lamella di metallo che da un lato è fissata alla struttura dello strumento e dall’altro lato è libera.

Questo strumento è considerato uno dei più antichi al mondo, visti i recenti ritrovamenti archeologici, anche se la datazione  è ancora oggetto di discussione, probabilmente era noto anche ai Romani, che potrebbero averlo esportato in Francia e Gran Bretagna.

In Sicilia è spesso utilizzato nella musica siciliana per accompagnare canzoni (la canzuni siciliana) ecco qui di seguito la mia interpretazione di alcuni canti tradizionali eseguiti alla maniera classica ovvero Marranzano e Voce.

SURFARARA

Vittorio Ballato esegue “Surfarara” un canto tradizionale delle miniere di zolfo siciliane. All’alba, i minatori del turno mattutino si dirigono in fila indiana, in silenzio, verso le miniere di zolfo, nel cuore del brullo paesaggio siciliano. All’emergere dei compagni ai quali danno il cambio, li attende una lunga e faticosa giornata di lavoro, immersi nelle oscurità sotterranee. I Minatori cantano per farsi coraggio, quasi in attesa che si materializzi “l’invisibile tragedia”.

UCCHIUZZI DI CARDILLO

Interpretazione della canzone popolare “Ucchiuzzi di Cardillo” eseguita in modo tradizionale del canto e marranzano da Vittorio Ballato. Il testo è abbastanza originale per lo scambio di battute tra la madre della ragazza e l’aspirante fidanzato. Le parole della donna sono accattivanti: l’appellativo ucchiuzzi di cardillu, occhietti di cardellino, allude alla vivacità dello sguardo carico di desiderio rivolto verso la ragazza. Doveva seguire qualche minaccia di rapimento violento o di suicidio, alla quale la madre rispondeva in modo conciliante e sostanzialmente con una promessa.

A PALERMU CARZARATU

Tipico canto popolare da carcerati, ingentilito nel finale dal diminutivo hhiatuzzu: piccolo fiato, respiro amato, interpretato ed eseguita in modo tradizionale con il canto e marranzano da Vittorio Ballato.

LA STRATA DI MISSINA

Interpretazione della canzone popolare eseguita in modo tradizionale del canto e marranzano da Vittorio Ballato. C’è stata una separazione, non si sa per quale motivo; il pensiero della donna amata affiora all’alba, lungo la strada tra Palermo e Messina, percorsa a piedi, col ritmo lento del tempo, non ancora delle macchine, in cui c’è spazio per i ricordi e la tenerezza di una lettera d’amore.

JA L’AMARU NON RIPOSU MAI (Io l’infelice non riposo mai)

Lamento sulle pene d’amore. La similitudine con le serpi e l’antitesi successiva sono dettate dall’analogia tra il movimento sinuoso dei rettili e quello dell’innamorato tormentato dal desiderio nel suo letto. Invenzione inattesa la personificazione delle lenzuola, che assumono una funzione profetico-consolatoria.

NESCIRI PAZZU

Il testo è stato ricomposto utilizzando frammenti di canzuni diverse sulla base dell’affinità dei contenuti, come attesta l’irregolarità delle rime e il numero dei versi eccedenti la misura dell’ottava.

Aggraziato nell’ultimo tratto il gioco di parole sul colore dei volti.

rrisortu, deciso ( da rrisorviri, risolvere, decidere).

Mi nn’àjia jri (Devo andare)

Canzuna di spartenza, di separazione, dal contenuto abbastanza scontato. Occhi sireni, limpidi; si dice anche di una bella voce.

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