Per i popoli antichi durante questi giorni si celebrava l’apertura della porta degli dei, cioè il passaggio verso il cielo. È la vera rinascita dell’uomo, la speranza che ancora una volta la vita divina ritorni sulla terra, attraverso la connessione dei suoi figli con il mondo celeste. Secondo le tradizioni, proprio in questo giorno nascono molti avatar, esseri illuminati che portano i messaggi degli dei.
In questo giorno è fondamentale alleggerirsi di tutti i pesi che abbiamo portato, che ci sono stati accollati o che abbiamo raccolto durante l’anno. Solo quando siamo leggeri possiamo spiccare il volo verso il punto più alto della volta celeste.
Per lo sciamano è la direzione che porta nel mondo Superiore, verso l’Alto, dove si trovano i Maestri Spirituali. È cioè il momento dell’anno in cui si apre di nuovo questa fenditura nel cielo, dove possiamo trovare tutti i poteri per iniziare un nuovo ciclo, in collaborazione con il divino.
Per questa ragione si può celebrare il Solstizio d’Inverno facendo un piccolo rituale con il fuoco, che in tutte le tradizioni primordiali è un altro elemento caratteristico per questo periodo.
Seguendo la traccia del rito del fuoco descritto per il Solstizio d’Estate, potete fare una lista delle cose che volete lasciare andare dell’anno appena trascorso. Ad esempio un litigio, una sconfitta al lavoro, una perdita sentimentale… qualunque cosa che in questo momento sentite che vi è d’impedimento per la vostra vita.
Il Solstizio è la festa del sole, del suo ciclo sulla terra, ed un modo per onorarlo è quello di osservare i momenti di passaggio, l’alba ed il tramonto. Il Solstizio d’inverno corrisponde nel ciclo giornaliero al sorgere del sole e cioè all’alba. E’ una esperienza molto interessante osservare il sorgere del sole, nel punto più verso sud di tutto l’anno.
A volte le mattine fredde di questa stagione hanno il loro fascino, ed il sole rosso del mattino è una grande medicina!
Il Natale e’ la versione cristiana della rinascita del sole
Fissato secondo la tradizione al 25 dicembre dal papa Giulio I (337 -352) per il duplice scopo di celebrare Gesù Cristo come “Sole di giustizia” e creare una celebrazione alternativa alla più popolare festa pagana. Sin dai tempi antichi dalla Siberia alle Isole Britanniche, passando per l’Europa Centrale e il Mediterraneo, era tutto un fiorire di riti e cosmogonie che celebravano le nozze fatali della notte piö lunga col giorno più breve.
Due temi principali si intrecciavano e si sovrapponevano, come i temi musicali di una grande sinfonia.
Uno era la morte del Vecchio Sole e la nascita del Sole Bambino, l’altra era il tema vegetale che narrava la sconfitta del Dio Agrifoglio, Re dell’Anno Calante, ad opera del Dio Quercia, Re dell’Anno Crescente.
Un terzo tema, forse meno antico e nato con le prime civiltá agrarie, celebrava sullo sfondo la nascita-germinazione di un Dio del Grano… Se il sole è un dio, il diminuire del suo calore e della sua luce visto come segno di vecchiaia e declino. Occorre cacciare l’oscuritá prima che il sole scompaia per sempre.
La festa celtica di Yule
Yule è una festa di tradizione celtica che viene celebrata in occasione del solstizio d’inverno. Si tratta di una festa che fa parte della tradizione germanica. Nelle tradizioni germanica e celtica precristiana, Yule era la festa del solstizio d’inverno.
Nel paganesimo e nel neopaganesimo, soprattutto in quello germanico, rappresenta uno degli otto giorni solari, o sabbat; viene celebrata intorno al 21 dicembre nell’emisfero settentrionale e intorno al 21 giugno in quello meridionale.
La parola Yule deriva forse dal norreno Hjól (“ruota”), con riferimento al fatto che, nel solstizio d’inverno, la “ruota dell’anno si trova al suo estremo inferiore e inizia a risalire”.
Nei linguaggi scandinavi, il termine Jul ha entrambi i significati di Yule e di Natale, e viene talvolta usato anche per indicare altre festività di dicembre. Il termine si è diffuso anche nelle lingue finniche per indicare il Natale (in finlandese “Joulu”), sebbene tali lingue non siano di ceppo germanico.
Non si sa molto delle antiche celebrazioni di Yule. Nei Paesi nordici Yule indicava comunque un periodo di danze, riposo e festeggiamenti. In Islanda Yule veniva celebrato secondo la tradizione antica ancora nel Medioevo.
Nel corso del tempo la celebrazione di Yule venne adattata al cristianesimo e trasformata nel Natale come lo conosciamo oggi.
Fonti e citazioni: www.studisciamanici.it – www.greenme.it – www.centrometeo.com – www.ilcerchiodellaluna.it